Il progresso

Un viaggio senza destinazione
Il progresso non è un obiettivo da raggiungere né una destinazione finale. È un processo vivo, disordinato, non lineare e in continua evoluzione. Non può essere standardizzato, perché è unico per ognuno di noi. Ciò che per qualcuno sembra un fallimento, per un altro può essere un fondamentale passo avanti.
Spesso, si pensa al progresso come al percorso da affrontare (spesso con fatica) per ottenere un certo status o arrivare a un determinato traguardo; per poi potersi finalmente fermare. Questa visione del progresso è illusoria, per due motivi:
- il vero progresso non segue una direzione predefinita: non possiamo pianificarlo, perché ci porterà in luoghi inaspettati. L’unico modo per scoprire dove ci condurrà è fare un altro passo, e poi un altro e un altro ancora.
- il progresso non ha fine: non esiste limite al miglioramento. Qualunque sia il numero di passi compiuti o obiettivi raggiunti, ci sarà sempre un nuovo orizzonte davanti a noi. La vera scelta non è tra arrivare o meno, ma tra continuare a camminare o fermarsi.
Il progresso non può essere imposto: è una scelta consapevole. La scelta di impegnarsi a percorrere un sentiero incerto, rimanendo aperti e curiosi, pronti ad apprendere ed evolvere. L’alternativa? Rimanere immobili, chiudersi alla scoperta, rinunciare alla crescita. E questo, in fondo, significa smettere di vivere.
Attenzione, però: progresso non significa compiere imprese straordinarie. Non serve andare sulla Luna o cambiare il corso della storia. Il progresso si trova nei gesti più semplici: provare a bere il caffè con la mano opposta alla solita, infilarsi i calzini al mattino in una posizione diverse, scoprire nuovi modi più funzionali di muovere il corpo (e i pensieri!).
Ogni giorno, possiamo scegliere di vivere con presenza e consapevolezza. E in questa scelta, momento dopo momento, si cela il vero progresso.