Paura del futuro e come l’ho superata (quasi)

Fin da quando ero piccola, non ho mai saputo cosa avrei voluto fare da grande. Molti dei miei amici a scuola sapevano già di voler diventare medici, architetti, astronauti, sarti, ecc. Io mi sono sempre sentita diversa e in qualche modo sbagliata per non avere una risposta sul mio futuro. 

Questa paura mi ha accompagnato per molti anni, fino al liceo e all'università. Sapevo più o meno cosa mi piacesse e cosa no, ma non era mai sufficiente per scegliere un percorso o un lavoro specifico. Ho quindi deciso di viaggiare in diverse parti del mondo, di provare diversi studi e praticare e di fare diversi lavori. Ho usato le esperienze come strumento per conoscere meglio me stessa.

Gli strumenti che più mi hanno aiutato - e lo fanno tuttora, quotidianamente - a trovare la mia risposta alla terribile domanda "cosa vuoi fare da grande?" sono il Feldenkrais e il Movement. È grazie a queste pratiche che posso finalmente dire che la mia risposta è che "da grande, voglio essere me stessa". Attraverso queste pratiche di auto esplorazione attraverso il movimento, ho capito che per me non è importante cosa faccio, ma come lo faccio. Che si tratti di provare una verticale, di praticare una lezione di CAM, di organizzare un evento o di pelare le patate per la zuppa, voglio essere in grado di farlo essendo me stessa, possibilmente la versione migliore di me stessa. Voglio rimanere in contatto con me stessa ed esprimere ciò che sono in ogni cosa che faccio.

Mi rendo ora conto che il mio problema non era quindi la domanda in sé, ma il fatto che mi costringeva a inserirmi in una categoria prestabilita; e io non voglio definire ciò che sono con un titolo di lavoro. Voglio solo essere un essere umano, in continua esplorazione ed evoluzione; e voglio godermi questo viaggio di vita con curiosità e apertura, provando tutte le esperienze che sento possano essere positive e arricchenti per me, sbagliando tutte le volte che ne ho bisogno per diventare una creatura migliore.