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Camminare in un labirinto

Agnese Porcari in una postura di movimento

Praticare è come camminare in un labirinto in movimento: si può avere un'idea di dove si è, ma non si sa dove si sta andando, e i punti di riferimento si spostano con noi. 

Praticare è come camminare in un labirinto in movimento: si può avere un'idea di dove si è, ma non si sa dove si sta andando, e i punti di riferimento si spostano con noi. 

Questo vuol dire che migliorare non significa diventare più bravi a trovare la via d'uscita, ma diventare più abili a muoversi e a orientarsi in un ambiente che cambia costantemente. Significa anche che, ogni volta che ci si ritrova a tornare sui propri passi o a percorrere lo stesso tratto di strada già percorso, non si sta tornando indietro o regredendo; al contrario, si sta solo percorrendo la stessa parte di un percorso che ora ci porterà in un nuovo luogo. 

Nella pratica, come nella vita, pensare che ci sia una destinazione o un obiettivo ultimo allontana dall'essere presenti a ciò che sta accadendo nel momento. Se si percorre il cammino con un obiettivo prefissato o con l'ansia di arrivare alla fine, ci si sta solo portando da A a B, e perdendosi il viaggio stesso.

Il più delle volte, essere presenti e accettare quello che è in quel momento, con i suoi lati positivi e negativi, non è né facile né divertente. È molto più facile ignorare il presente e guardare avanti, aspettando che accada qualcosa di diverso o che le cose cambino. Ma ciò che viene dopo è incerto, e definito da come viviamo il momento presente. 

 

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